martedì 11 dicembre 2012

Lo scontro interno alla TEM continua. Via l’ad di TE Marano.

La vicenda della cava di Gorgonzola ha fatto riemergere quel duro scontro che in questi mesi si sta consumando all’interno della TEM. Come previsto da più parti, il 10 dicembre, l’assemblea dei soci di TE (Tangenziale Esterna) ha licenziato l’amministratore delegato, Antonio Marano. Al suo posto è stato nominato Stefano Maullu che in questo modo, al ruolo di presidente di TEM, aggiunge quello di amministratore delegato di TE (articolo del Sole 24 ore che commenta la sua nomina al vertice di TEM).

A questo piccolo blog di campagna sembra che lo scontro a cui si sta assistendo sia tra la componente “bancaria”, molto esposta nei confronti di una società dal futuro incerto, e la componente “politica” che, tramite la Provincia di Milano, di quella società detiene la maggioranza azionaria. Così se a settembre, ben prima del TAR, l’ad di TE Marano (espressione del mondo bancario) era stato attaccato da Stefano Maullu, presidente di TEM (di nomina politica), poche settimane fa, subito dopo la sospensiva del TAR sul caso di Gorgonzola, l’assessore della Provincia di Milano, Altitonante, era tornato a chiedere le dimissioni di Marano. Motivo di questa nuova richiesta: aver gestito male la vicenda della cava di prestito. Accuse e richieste di dimissioni queste ancora più pesanti dato che Maullu e Altitonante sono considerati molto vicini al presidente della Provincia di Milano, Podestà (sono solo voci, ma c’è chi prevede che lo stesso Altitonante tra poche settimane potrebbe andare a sostituire Maullu alla presidenza della TEM).
 
Come riporta Milano Finanza (Scontro sull’ad di Tangenziale Esterna, 11.12.2012, di Manuel Follis), la decisione di licenziare Marano non è stata presa all’unanimità. I cosiddetti soci costruttori (le società cooperative, Pizzarotti ed Impregilo) hanno infatti votato contro ed “hanno fatto mettere a verbale che  gli eventuali danni che dovessero essere riconosciuti a Marano o l’aggravio dei costi derivanti da possibili ritardi dovranno essere pagati da TEM, che prima ha indicato e poi revocato l’ad”.
 
Questo duro scontro interno avviene proprio mentre si sta cercando di vendere la Serravalle, proprio nei giorni in cui il fallimento dell’IPO della SEA rischia di portare la Provincia di Milano allo sforamento del patto di stabilità. Così tutte quelle realtà che vogliono acquistare con pochi euro il terzo polo autostradale italiano assistono, si suppone con viva soddisfazione, a tutta questa vicenda.

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